Parrocchia e Oratorio
Brembate Sotto





Società San Vincenzo de' Paoli

Conferenza di Brembate

Preghiera dei Vincenziani

Signore, fammi buon amico di tutti.
Fa' che la mia persona ispiri fiducia:
a chi soffre e si lamenta,
a chi cerca luce lontano da Te,
a chi vorrebbe cominciare e non sa come,
a chi vorrebbe confidarsi e non se ne sente capace.
Signore aiutami,
perché non passi accanto a nessuno con il volto indifferente,
con il cuore chiuso, con il passo affrettato.
Signore, aiutami ad accorgermi subito:
di quelli che mi stanno accanto,
di quelli che sono preoccupati e disorientati,
di quelli che soffrono senza mostrarlo,
di quelli che si sentono isolati senza volerlo.
Signore, dammi una sensibilità
che sappia andare incontro ai cuori.
Signore, liberami dall'egoismo,
perché Ti possa servire,
perché Ti possa amare,
perché Ti possa ascoltare
in ogni fratello che mi fai incontrare.

Le origini

"Dalla Conferenza di Storia alla Conferenza di Carità" Attorno al 1830, in un periodo in cui la Francia registrava eventi molto problematici e situazioni di pesante disagio sociale, durante i dibattiti di diritto e storia, organizzati a Parigi dal giornalista Emmanuel Bailly per studenti universitari, le discussioni divenivano accese, tanto che la fazione avversaria, rimproverò un giorno ai cristiani, di fare sfoggio solo belle parole, non seguite dai fatti. "Voi che vi vantate di essere cattolici che cosa fate concretamente? Dove sono le opere che dimostrano la vostra fede e che possano farla rispettare ed amare"? La provocazione così esplicita e severa, fece molto riflettere un gruppo di giovani cattolici: "Essi in effetti, avevano ragione". "Ma cosa fare? Che cosa dobbiamo fare per tradurre in atti la nostra fede?" Fu allora che il gruppo decise di compiere la propria svolta: "noi dicemmo a noi stessi: ebbene, all'opera! E che le nostre azioni siano in accordo con la nostra fede". così decisero di non parlare tanto di carità, ma di metterà in pratica aiutando i poveri in maniera concreta. Così, nell'aprile del 1833 questo gruppo di laici, tra cui il beato Federico Ozanam, scelse di fondare una piccola società votata all'aiuto dei poveri, che prese il nome di "Conferenza di Carità", stabilendone i due punti fondamentali: la semplicità ed il fine pratico attivo. Nel 1835, dotandola di regolamento interno, venne deciso di porla sotto la protezione di Vincenzo de Paoli, il Santo dei poveri vissuto in Francia nel 1600 e loro modello nell'apostolato, mutandone la denominazione in "Società di San Vincenzo de' Paoli". Lettore vigile del suo tempo, Ozanam segnalava "La terra si è raffreddata, tocca a noi cattolici riattivare il calore vitale che si va estinguendo; tocca a noi ricominciare ad avvicinarsi alla miseria, toccarla con le mani, discernerne le cause conoscendone gli effetti dal vivo, in una familiarità affettuosa con quelli che ne sono oppressi. Sensibilizzare i giovani ad avere coraggio e a diffondere la carità con gesti piccoli e concreti di servizio, ma anche con la denuncia delle ingiustizie sociali e la difesa degli emarginali". In breve tempo, accanto alla visita a domicilio, vi fu progressivamente un'azione a più largo raggio: l'aiuto alle famiglie in difficoltà, ai carcerati e alle loro famiglie e la formazione di scuole serali per dare strumenti concreti alle classi meno abbienti, nel loro riscatto socio-economico. Nel 1850 le Conferenze della San Vincenzo erano già 285 in Francia, 37 nei Paesi Bassi, 28 in Belgio, 24 in Irlanda, 17 in Inghilterra, 6 in Italia, ed erano inoltre presenti in Canada, Stati Uniti e Messico, una vera fioritura che ancor oggi caratterizza una delle maggiori organizzazioni cattoliche.

Il filo misterioso della storia

"Sii il cambiamento che vuoi nel mondo" Vincenzo de Paoli e Federico Ozanam: Due secoli separano questi due uomini, due secoli di una Parigi storicamente e socialmente molto differente. Due uomini diversi,che hanno percorso tempi e contesti particolarmente difficili, ispirati da un unico anelito di carità e da un identico impegno di amore e di servizio ai poveri. Entrambi consapevoli che solo dalla partecipazione attiva e responsabile del singolo, si attua il cambiamento. Senza demandare ad altri attese ed azioni, essi rispondono in prima persona alla partecipazione attiva e responsabile del cambiamento in cui credono, attingono ai loro talenti e percorrono la vita tentando strade nuove, e procedendo in maniera tanto decisa e convincente da coinvolgere e trascinare il "sentire" di tantissime persone,determinando un cambiamento significativo nella storia della carità moderna, indicando e stimolando il passaggio dall'assistenza alla promozione umana. E' in questo Principio di corresponsabilità che si sviluppa l'espressione più autentica della carità, che nascendo dalla personale conversione del cuore e dal desiderio di farsi "Prossimo", si espande in progetti concreti. Questo è l'ideale Vincenziano.

San Vincenzo de Paoli (1581 - 1660)

Nasce a Pouy in Aquitania nel 1581, da una famiglia cristiana, di contadini. Da umile guardiano di bestie, a scolaro e poi studente di teologia a Tolosa, infine a Parigi dove nel 1600 diviene sacerdote con una brillante carriera diplomatica, entrò alla corte di Francia come cappellano di corte e direttore spirituale della regina madre, Margherita di Valois, ed ebbe straordinario ascendente dal cardinale Richelieu, alla reggente Anna d'Austria, allo stesso re Luigi XIII che sul letto di morte lo volle accanto, da ottener l'incarico di Ministro della Carità, consentendogli di organizzare gli aiuti ai poveri su scala nazionale. Scoprendo la spaventosa miseria materiale e spirituale del popolo, si volse a cercare Cristo nei tribolati e nei piccoli, a cui dedicherà tutta la sua opera, imboccando quella strada che lo porterà a compiere quattro principali istituzioni: la Confraternita delle Dame della Carità, i Servi dei Poveri, la Congregazione della Missione o Lazzaristi cui affidò il duplice compito di contribuire alla formazione dei futuri sacerdoti e di organizzare predicazioni adeguate (le "missioni", appunto) particolarmente per la gente di campagna) ed infine con Santa Luisa de Marillac nel 1633 diede vita alla Congregazione delle Figlie della Carità o Suore di S. Vincenzo. Morì a Parigi il 27 settembre 1660 e fu canonizzato nel 1737. E' e sarà sempre ricordato come il santo della carità.

Beato Federico Ozanam (1813 - 1853)

Federico Antonio Ozanam nacque a Milano il 23 aprile 1813 da una famiglia con radici ebraiche. All'età di due anni, si trasferì con la famiglia a Lione, dove ebbe inizio la sua formazione scolastica che culminò con la laurea in giurisprudenza nel 1836. Durante gli studi collaborò a vari giornali e organizzò numerose conferenze di storia, ma la caratteristica principale fu l'orientamento verso l'assistenza ai più indigenti. Cosi, nell'aprile del 1833 insieme ad alcuni amici, come lui parrocchiani della chiesa parigina di Saint-Etienne-du-Mont, prese la decisione di fondare una piccola società votata all'aiuto dei poveri, che prese il nome di Conferenza di carità. Nel 1835 la Conferenza si mise sotto la protezione di San Vincenzo de' Paoli mutando la denominazione in Società di San Vincenzo de' Paoli, ancor oggi una delle maggiori organizzazioni cattoliche. Nel 1836 si laureò in Giurisprudenza e nel 1838 in Lettere. L'anno dopo fu nominato professore di Diritto Commerciale a Lione, nel 1840 fu nominato professore assistente di letteratura straniera alla Sorbona e si stabilì quindi a Parigi dove iniziò un'intensa carriera accademica e giornalistica. Nel 1853, ammalatosi, si dimise dai suoi incarichi universitari e partì per l'Italia in cerca di sollievo. Morì a Marsiglia, durante il viaggio di ritorno, probabilmente per un problema renale.

I simboli

  • Il Pesce : è il simbolo del cristianesimo e rappresenta la Società di San Vincenzo de Paoli. nasce dall' "ichthys", il pesce stilizzato utilizzato dai cristiani, durante le persecuzioni poste in atto dall'Impero romano, come riconoscimento di appartenenza alla comunità. Presumibilmente, incontrando uno sconosciuto di cui aveva bisogno di conoscerne la lealtà, il cristiano tracciava nella sabbia uno degli archi che compongono l'ichthys. Se l'altro completava il segno, i due individui si riconoscevano come seguaci di Cristo e sapevano di potersi fidare l'uno dell'altro.
  • L'occhio del pesce: indica l'unità e la concordia tra i membri e anche l'unione con i poveri.
  • Il Cerchio blu a sfondo del logo: indica l'internazionalità della SSVP, diffusa e conosciuta in tutto il mondo.
  • Il motto "SERVIENS IN SPE" : "Serventi nella speranza" significa che il servizio dei vincenziani testimonia la propria la speranza fiduciosa in Dio

Il simbolo

I simboli per le loro caratteristiche d'immediatezza ed universalità, facilitano la comprensione e la diffusione di concetti-chiave che si vogliono radicare, trasmettere, rafforzandone lo spirito di condivisione.

Il simbolo della mano con le dita colorate ormai identifica con simpatia la gioiosa vivacità della Società della San Vincenzo de Paoli, trasmettendo il concetto che "dare una mano colora la vita". La traduzione creativa di questo importante messaggio è basata sulla sagoma simbolica, come un invito ad impegnarsi collettivamente per prevenire processi di esclusione e marginalità sociale che si riflettono negativamente su tutti. ogni dito, ogni colore può rappresentare ognuno di noi con le proprie caratteristiche uniche, i talenti, ma anche le incertezze che trovano forza, colore e significato nella collaborazione, perché le dita da sole non possono nulla, ma anche la mano senza dita è solo un palmo, la sua efficacia risiede nel contributo di tutte le parti

La Società San Vincenzo de' Paoli

L'organizzazione

All'interno della Società, i gruppi di base hanno conservato la denominazione originaria di "Conferenza" (da 'conferire': portare il proprio contributo costruttivo. ragionare insieme), in esse i membri si riuniscono per crescere spiritualmente, riflettere insieme sulle situazioni relative a famiglie e persone in difficoltà soccorse e visitate e dalle esigenze di povertà che emergono nel territorio. Più Conferenze operanti nelle stesse città o Diocesi, si raggruppano nei Consigli Centrali, autentici centri formativi, di confronto, scambio d'esperienze e concertazione nella definizione di attività e progetti da intraprendere. I Consigli Centrali si riuniscono in Coordinamenti Regionali o Interregionali, che a loro volta fanno capo alla Federazione Nazionale di Roma. L'unità mondiale della Società di San Vincenzo De Paoli è garantita dal Consiglio Generale con sede a Parigi.

La Missione

La Conferenza e La Visita, sono al centro dell'apostolato di Federico Ozanam e della San Vincenzo nei secoli. La Società è una associazione dotata di una Regola che ne precisa la vocazione, l'organizzazione e la missione; è composta di laici cattolici che vivono la fede attraverso opere di carità, con l'obiettivo di promuovere relazioni di vicinanza nei confronti delle persone più fragili. I Valori guida sono: il servizio personale. diretto e continuativo, in spirito di amicalità alle persone in difficoltà, incontrandole al loro domicilio. Aiutare il povero nella sua autopromozione umana, cristiana e sociale. Accompagnare i propri membri nel cammino di fede, con il desiderio di racchiudere il mondo in una rete di carità. «Nessuna opera di carità è estranea alla Società. La sua attività comprende ogni forma di aiuto portato per mezzo del contatto da persona a persona per alleviare le sofferenze e promuovere la dignità e l'integrità dell'Uomo» Non si occupa quindi solo di fornire pacchi alimentari ed alleggerire il peso delle utenze domestiche, ma in un mondo nel quale povertà significa non solo "non avere" ma anche "non essere", cerca di capire le cause delle povertà e di combatterle, adoperandosi per rendere i poveri protagonisti della propria realizzazione umana e spirituale. La SSVP contribuisce alla nuova evangelizzazione. testimoniando Cristo attraverso una carità viva rivolta agli umili, a chi non ha voce, a chi non è amato. In parecchie città inoltre gestisce, mense, case di accoglienza, scuole professionali e dormitori. Ha infine settori speciali che si occupano di carcerati e di gemellaggi con i paesi in via di sviluppo. In Italia conta circa 13.000 soci ed è presente in tutte le regioni.

Lo stile

..." Il Cristianesimo ha fatto della speranza una virtù. fatene la guardiana di questa società minacciata, rifuggite da quegli scoraggiamenti che inducono a rinunciare a qualsiasi iniziativa .....Dio si serve spesso di strumenti deboli e fragili per eseguire grandi cose. Bisogna essere chiamati ad una missione provvidenziale e allora i talenti ed i difetti spariscono per fare posto all'ispirazione che guida"... il modo caratteristico dei vincenziani di vivere "l'umanità", è la "gratuità", la "partecipazione" con la consapevolezza di essere strumenti, presenti nella "costruzione della città umana", nel riaccendere la speranza, nel farsi prossimo e nel tessere reti di solidarietà. Empatia, cultura dell'accoglienza non lasciarsi condizionare dal pregiudizi, avere il coraggio di rivedere alcune abitudini ....Questo è lo stile di fondo della san Vincenzo, "un modo di abitare il mondo' migliorando via via gli atteggiamenti che assumiamo nel rapporto con la realtà e portando al centro della nostra coscienza il "fare agli altri ciò che vorresti venisse fatto a te" , è la carità del samaritano.

La San Vincenzo a Brembate

la Conferenza della San Vincenzo de Paoli a Brembate, nasce nel 1935. per desiderio di don Mariano Spada, come continuazione di quell'ideale di carità e dedizione verso i poveri di cui il predecessore don Pier Luigi Todeschini era stato instancabile esempio. In tutti questi anni sono stati tanti i vincenziani che hanno testimoniato la carità, trasmettendola con generosità, coraggio e spirito fraterno. Grazie al contributo di tutti, all'ingegno ed all'operosità dell'Essere e del Fare, si è sviluppata anche a Brembate la lunga tradizione dell'opera vincenziana, e l'affettuoso sostegno della comunità che ci circonda sempre, è per tutti noi una grande risorsa. Attualmente siamo una quindicina di uomini e donne e di età diversa, non tutti però operativi sugli stessi servizi perché impegnati talvolta in altre attività, a valenza famigliare e sociale. Ognuno dona con coscienza al servizio parte del proprio tempo, ma gli scenari e le necessità in cui ci troviamo ad operare nelle richieste di Aiuto, sono sempre più ampie, complesse ed urgenti, pur necessitando di essere comprese, analizzate e fronteggiate. Mantenere il dinamismo e l'efficenza come modello di lavoro con tempi e risorse anche umane, limitate, sono spesso una sfida tra "desiderare di fare" ed il "riuscire a fare"; per molti versi riusciamo a trovare delle risorse formative dei corsi tematici, organizzati sia dal Consiglio centrale della SSVP di Bergamo, cui facciamo capo e riferimento, che dal CVS (Centro Servizi per il Volontariato), che dalla Caritas. Nel prossimo 2015 compiremo l'ottantesimo anno di attività, un ciclo di tutto rispetto per la vita di ogni persona, un ciclo di ancor più rispetto per la vita di un'associazione che gratuitamente ha dato tanto a tante vite, tanto bene, tante speranze e tante possibilità di riscatto, ma... è probabile che neppure a questo traguardo potremo contare su una sede Unica, Fissa e Riconoscibile. Come è stato riportato nell'intervista edita su 'La Nostra Comunità" del maggio 2014 (lettura che vi consigliamo) il nostro gruppo infatti, non avendo una propria Sede, è per certo "itinerante" ma forse anche "precario", dato dovendoci spostare qua e là, ci è precluso avere tutto a portata di mano, per una gestione più snella, una segreteria con il centro di documentazione, libri e testi di consultazione immediata, che magari possa divenire un centro di informazioni utili a più livelli, una banca oltre che del tempo, delle indicazioni sul dove andare in caso di, a chi rivolgersi per... e tanto altro Infatti:

  • per le 2 Conferenze mensili (la prima: il secondo Venerdì del mese e la seconda: il quarto del mese) siamo ospitati all'Oratorio
  • Per lo Sportello di primo Ascolto, (ogni Giovedì dalle 9,30 alle 11,30) ci appoggiamo ai locali Stampa
  • Per il deposito del materiale ortopedico siamo cortesemente ospitati in un locale della media
  • Per la raccolta alimentare (la prima Domenica del mese) e per la raccolta: indumenti, libri, ecc. (la prima Domenica di ogni mese, ma anche di Sabato) presso i locali delle Buona Stampa, per essere successivamente ricaricati sull'auto ed a più riprese trasferiti presso le ex scuole medie, nelle due stanze che il Comune ci consente di utilizzare come deposito e locale di distribuzione
  • Per comporre i pacchi alimentari e la successiva distribuzione: (il martedì successivo alla raccolta ,dalle 7,30 alle 11,30) presso le ex scuole medie
  • Per la distribuzione degli indumenti: (il secondo sabato del mese) e per il riordino degli indumenti ( il lunedì dalle 14,00 alle 16,00) presso le ex scuole medie

Se è certo che i vincenziani devono esercitarsi nella pazienza, i tanti tempi sprecati nello spostare e rispostare le stesse cose, in posti diversi, troverebbe esiti più soddisfacenti nelle infinite realtà sovrapposte cui cerchiamo di portare conforto, con calore umano, rispetto e ascolto. Rispetto ed ascolto che offriamo con le nostre visite, ai circa 130 amici, tra ammalati o anziani in Brembate, ed alla trentina di residenti nelle case di riposo sparse nel territorio, oltre agli assistiti il cui numero è sempre crescente e con i quali è altrettanto importante entrare in sintonia. L'operosità dei vincenzianl si destreggia tra i tanti propri bisogni, come la preghiera, la crescita sprirituale, l'informazione la formazione, i confronti e le 2 riunioni mensili della Conferenza, ed i tanti bisogni della comunità. E' nostra cura mantenere un rapporto personale e diretto con gli agli anziani e gli ammalati con visite di cortesia oltre alle due visite tradizionali per lo scambio degli auguri sia per Natale che per Pasqua; anche nelle case di riposo ci rechiamo due volte l'anno. Disponendo fortunatamente di una certa quantità di ausili ortopedici riusciamo a fornire un aiuto di prima o breve necessità, nel reperire quanto serve tra stampelle, girelli, carrozzelle, letti attrezzati ed altro materiali che affidiamo come primo soccorso, a chi ne fa richiesta. Ogni "richiesta di aiuto" che ci viene fatta, ha necessità di essere compresa, perché diventi una "relazione di aiuto" mirata, con cui Intervenire sulla persona, non sul problema che affiora; da questa realtà nasce lo 'Sportello di primo ascolto' , attraverso cui il responsabile offre quelle condizioni di accoglienza e serenità necessarie all'ascolto ed al rivelarsi dei reali bisogni o delle ansie della persona chi si trova di fronte Solo con un Ascolto attento, e un tempo dedicato, si può comunicare impostare la conoscenza di se e dell'altro e sviluppare relazioni di qualità. Ci occupiamo di Raccolta , Distribuzione e quando serve di Smistamento, affinché nulla vada perduto, ed ogni singolo contributo donato in carità, finisca in carità. Riceviamo personalmente i beni alimentari con cui assembleremo i pacchi di sostegno distribuendoli poi alle famiglie. Discorso simile per gli indumenti, che vengono vagliati per stagionalità, genere, taglia, condizioni e conformità alla media delle necessità che sperimentiamo; successivamente vengono sistemati e disposti per la distribuzione che avverrà nella giornata prevista da calendario, o per situazioni d'impellenza improvvisa. Quello che (con una certa previsione) non potremo utilizzare (per es. le taglie molto grandi in questo momento non avendo fruitori, non trovano utilizzo) tenendone una dovuta scorta, viene (per mancanza di spazio) ridistribuito per genere ad altre fonti della carità solidale, che seguono altre problematiche. Quello che scegliete di donarci è un bene da tenere da conto, e se per noi risulta inutile in quel momento, sarà sicuramente utilissimo o indispensabile per altri, ed ecco il valore ed il coraggio dello "Smistamento" . La Cooperazione chiede piccoli sforzi, ma ciò che doni ritorna "vivo", i libri prendono tante vie, quelle delle carceri o delle case famiglia, o delle scuole, ma sempre continuano ad aiutare altri; ugualmente per alcuni farmaci ovviamente non scaduti, vengono consegnati ad alcuni enti caritativi che si occupano dei senza fissa dimora, offrendo un servizio mensa e di infermeria. Anche eventuali esuberi di pannoloni trovano carità accoglienti! Come promotori di carità troviamo valido collaborare anche con altre associazioni, in progetti vari, inseguendo le trasversalità che conducono verso una rete di sostegno sempre più ampia, Anche nella giornata della 'colletta alimentare nazionale offriamo sempre la nostra cooperazione, pur non beneficiando del prodotto ricavato, che prende vie ben più ampie di distribuzione, che non quelle del nostro territorio. Infine per ultimo, ma mai ultima attività, la parte di condivisione spirituale: nel mese di giugno organizziamo e conduciamo una volta alla settimana, il Santo Rosario, presso la grotta di Lourdes, seguito dalla Santa Messa. Annualmente organizziamo una Santa Messa per gli ammalati, e sempre annualmente offriamo agli anziani un pellegrinaggio in un Santuario al quale la storia del nostro territorio o della nostra Fede, ci legano in modo particolare. In tale occasione creiamo un piacevole momento di convivialità, apparecchiando grandi tavolate con bevande, torte. salatini e dolcetti. Il 27 Settembre festeggiamo la Giornata Nazionale, dedicata alla San Vincenzo de Paoli.

Diventare volontari

Perché no? Dedicato a tutti noi che spesso abbiamo bisogno di una spinta per incontrarci nel segreto del Cuore:

Signore non sono capace

Credo, Signore, che sarei capace di compiere una volta, qualche atto straordinario.
Un'azione che impegnerebbe tutto me stesso. se fossi sconvolto da una sventura,
colpito da un'ingiustizia, se uno dei miei cari fosse in pericolo...
Ma ciò che mi umilia e spesso mi scoraggia, é che non sono capace di
donare la mia vita pezzo a pezzo, giorno dopo giorno, ora dopo ora,
minuto dopo minuto, donare, sempre donare... e darmi!
Questo non posso farlo e tuttavia é certamente ciò che tu mi chiedi...
Ogni giorno mille frammenti di vita da donare, in mille possibili gesti d'amore,
che più non si vedono tanto sono abituali, e più non si notano tanto sono banali.
Ma di cui tu mi dici di aver bisogno per mettere insieme un'offerta
e perché un giorno io possa dire in verità: Ai miei fratelli io ho donato tutta la mia vita.
E' ciò che desideri, Signore, ma non ne sono capace... non posso farlo, lo so, ed ho paura.
Figliolo, io non ti chiedo di riuscire sempre, ma di provarci sempre.
E soprattutto ascoltami,
ti chiedo di accettare i tuoi limiti, di riconoscere la tua povertà e di farmene dono,
perché donare la propria vita non vuol dire donare soltanto le proprie ricchezze,
ma anche la propria povertà, i propri peccati.
Fa' questo. figliolo,
e con i pezzi di vita sciupata, da te sottratti a tutti coloro che aspettano,
colmerò i vuoti; dandoti in cambio la durata, perché nelle mie mani
la tua povertà offerta, diventerà ricchezza per l'eternità.
Michel Ouoist (1921-1997)

La storia dell'uomo si può guardare come un enorme "contenitore' di illusioni ed incertezze, di evoluzione ed involuzione, In un continuo mutamento, un'alternanza tra ...apatia e dinamismo, paure e slanci, rinuncia ed aspirazione al miglioramento .... , ma è sempre l'Uomo, l'artefice del mondo che lo circonda. Utilizzando allora questo contenitore come manuale, comprendiamo che anche questa nostra epoca apparentemente complessa, non è in fondo cosa nuova per l'Uomo, che nella sua integrità e nei suoi valori deve farsi parte attiva, trovando nelle proprie risorse di dignità ed ideali, il credo necessario per progettare nuove strade, senza paure, ma con forza e determinazione quando il dire diventa agire e si trasforma in fatti concreti, nasce quella trasformazione che consente di "essere volontario" e non di "fare il volontario', di "essere famiglia" e non "fare famiglia". Il mondo cambia continuamente, ma in mezzo a tanti tristi spettacoli, la carità non si stanca mai. Il suo spinto è sempre giovane, come la speranza che di gioia si nutre e sempre si rinnova in "entusiasmo, adattabilità e immaginazione". Il Vivere con gioia nasce anche dalla consapevolezza che il proprio impegno contribuisce a costruire un senso più alto all'esistenza. Non servono capacità o doti particolari, ognuno di noi è quello giusto!, la forza della riuscita stà nell' unico ed irripetibile piccolo pezzo di noi, che mettiamo al servizio del bene comune, con un semplice "Eccomi! cosa posso fare?' . Come tutte le cellule del nostro corpo che ciclicamente si rigenerano, noi siamo espressione costante del rinnovamento di cui godiamo, non aggrappiamoci quindi solo al passato, alle cose come erano, ai vecchi ricordi... Come decidiamo di viverlo, dipende da noi. Possiamo sentirlo come una morte o possiamo sentirlo come una seconda occasione di vita. Se apriamo le dita, se allentiamo la presa, e lasciamo che ci trasporti, possiamo sentirlo come adrenalina vera. Come se in ogni momento, potessimo avere un'altra occasione di vita. Come se in ogni momento, potessimo nascere ancora una volta. Nel corso della vita dobbiamo a volte superare tappe dolorose, patire delle sconfitte o cambiare radicalmente modo di vivere. Anche I giovani si trovano spesso di fronte a queste situazioni difficili; interroghiamoci sulla capacità della nostra Società di essere presente nelle tappe che essi si trovano ad attraversare. Non deleghiamo ad altri il da farsi, ma consapevoli delle loro difficoltà , siamo disponibili ad offrire loro accoglienza, ascolto, amicizia e fiducia: in ogni momento essi devono sentirsi membri e parte attiva della nostra Comunità. I giovani sono spesso impegnati nello studio, nei loro obiettivi professionali, negli svaghi o con i loro amici e trovano difficoltoso impegnarsi nel volontariato, ma se avranno goduto di Accoglienza, saranno pronti a donarla, quando chiederemo il loro aiuto, magari in occasioni specifiche, come una raccolta di generi alimentari, o distribuire caffè a dei "senza fissa dimora". Queste iniziative non comportano un impegno gravoso e permettono a numerosi giovani di scoprire la nostra attività e la validità della testimonianza sacrificando qualche spazio personale. in fondo, come dice Ozanam: "É sufficiente un filo per cominciare una tela,"

Contatti

Per contatti chiamare il 3348590730 sig. Mario Ceroni

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giovedì 10 ottobre 2024
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